sabato 13 giugno 2015

RICORDI......


Per una volta non posto foto, non posto report, non posto tecniche,non inserisco link,cerco di postare ricordi, emozioni di vita, tutte quelle che mi hanno portato a vivere questa splendida avventura chiamata pesca. Probabilmente a pochi interessano questo tipo di racconti, ma sentivo la necessità di scrivere le prossime righe.....
Come sia nata la mia passione per la pesca non lo so, non c’è stato un elemento scatenante, nessun evento in particolare. E’ nata con me!! In casa  nessuno pescava, quindi  proprio non so spiegare quello che mi è nato dentro!!!! E’ come se lo avessi già fatto in un’altra vita, fin da piccolo sono sempre stato attratto dall’Arno che scorreva a pochi passi da casa mia. Ogni occasione era buona per andare a vedere il fiume, ne ero affascinato!!!!
Me ne stavo lì a guardarlo scorrere, guardavo i pesci che a volte saltavano, stavo lì e mi immaginavo  il suo fondale, la vita delle creature che vi si svolgeva, ne ero realmente rapito!!!  A volte fantasticavo pensando: “…T’immagini se di colpo sparisse tutta l’acqua? Potrei vedere tutto!!! Tutti i nascondigli, tutti i suoi segreti svelati di colpo!!!....”, sarebbe bello, ma poi rivorrei  subito tutta l’acqua per pescare, per interagire con tutti quei segreti  svelati.  Dicevo che ho sempre avuto la pesca dentro, ricordo che alle elementari, mia mamma si preoccupava perché portavo a scuola ami, piombi e lenze anziché i giocattoli come facevano tutti gli altri bambini, aveva paura che facessi in qualche modo del male a glia altri bambini. In verità li portavo per giocarci io, fantasticavo su lenze, montature, tecniche, insomma tutto quanto mi portasse verso quel mondo sommerso compreso tra il Ponte alle Grazie ed il Ponte Vecchio. Già perché proprio questo tratto di fiume era il tetro  delle mie fughe, come dicevo prima, ogni occasione era buona per andare a dare una sbirciatina al fiume. Il pane da andare a prendere al forno Santoni, dietro Via del Corso, i bottoni da andare a comprare dal Lucherini in Via Porta Rossa. Ogni commissione che dovevo fare mi portava, chissà come mai, a fare una divagazione dal percorso diretta ad assaporare l’odore dell’Arno!!!! Quello della primavera con la fioritura della piante lungo le sue sponde, quello dell’estate, con l’odore della “Borraccina”, alga acquatica che, con l’abbassarsi dei livelli, si seccava al sole, diffondendo un odore che per tutti forse era sgradevole, ma che per me voleva dire semplicemente emozione!!!  Ovviamente queste mie divagazioni “acquatiche” mi portavano a ritardare il rientro a casa, così la mia Mamma doveva smettere di lavorare per venire a riportarmi alla ragione, e chissà come mai, non mi cercava ne in Via Porta Rossa, ne in Via del Corso, veniva direttamente in Piazza Mentana, alle “scalette”, altrimenti dette “Porticciola”. E lì mi trovava rapito da quel “demone” chiamato Arno, a volte il suo comportamento era pacato e tranquillo, altre volte un po’ meno….!!!!!!
Come per esempio come quella volta che mi venne a riprendere dal caccia e pesca…. Già, perché un’altra meta della mie divagazioni infantili, era rappresentata dal negozio di articoli per la pesca, che al tempo (si parla dei primo anni ’80) era in Via Condotta, dove adesso c’è un negozio di articoli da regalo ed arte. L’insegna di quel negozio era molto semplice, su sfondo bianco campeggiava la scritta “INNOCENTI RETI”  in caratteri stampatello, niente di più.
Era gestito da una coppia di vecchietti, marito e moglie,(penso i coniugi Innocenti) lui sempre vestito con un completo grigio con tanto di cravatta e lei sempre con abiti coloratissimi, portava degli occhiali, corredati da lenti più assimilabili a dei fondi di damigiana che di bottiglia da quanto erano spessi. Ebbene, questa era,come dicevo prima,  un’altra metà delle mie peregrinazioni pomeridiane. Già perché al tempo non  mi era consentito andare a pescare da solo, ero costretto ad aspettare i “comodi” di mio padre, o meglio che costui fosse in grado di portarmi sul fiume, della pesca non gliene importava un’emerita mazza, ma alla fine, a fronte delle mie petulanti pressioni, cedeva!!!
Quel negozio quindi, rappresentava per me un vero e proprio trip!!... Un viaggio nella tecnica allo stato puro che mi portava al cospetto di attrezzature per me di livello assoluto!! Oggi quel negozio sarebbe improponibile nella in un panorama così globalizzato come quello dei nostri tempi, al massimo poteva essere assimilato a un mercatino vintage. Al tempo non erano ancora conosciute le tecniche di oggi, non si sentiva parlare  minimamente ne di carpfishing, ne di pesca al Siluro, lo spinning era agli albori (pensiamo che si parla di un negozio nel centro di Firenze) a malapena si iniziava a sentire parlare di canne in carbonio!!
Così, per me, vedere esposte le coloratissime canne “fiorentine” (la marca credo fosse Fusilain) era godimento allo stato puro, si parlava di canne di sette metri, misura che a me pareva chilometrica…!!!!
C’erano poi le canne per la pesca  alla carpa, le “Lerc” gialle, potenza allo stato puro!!, al massimo si poteva lanciare quasi 50 grammi!!!....(pensando alle prestazioni degli attrezzi di oggi, viene da sorridere..!!). ebbene, quei vecchietti mi avevano preso in simpatia, mi chiamavano “il bimbo”, mi facevano vedere tutto, sbirciavo nei cassetti compre colorati, pieni di galleggianti delle forma più disparate, ero affascinato dalle “penne d’istrice”!!!!, così ogni tanto mi regalavano qualcosa, oggetti che puntualmente finivano nella mia cassettina di attrezzatura che avevo a casa, pronta a sfidare il mio fiume!!!
Come dicevo, un giorno ero intento ad ammirare una di quelle canne per la pesca alla carpa che dicevo prima, una Lerc  di tre metri e mezzo, quando mi voltai e vidi una figura familiare, mia madre!!! Era vestita da casa, con tanto di ciabatte ai piedi (brutto segno quando usciva in ciabatte..!!!!) che mi guardava!!! Io neanche fiatai a fronte della sua semplice frase: “fila a casa!!!”
La vecchietta del negozio mi difese dicendo: “signora, meglio la pesca che le brutte cose che ci sono al mondo di oggi..!!!..” (ripeto si parla dei primi anni’80…se pensiamo al mondo di oggi ci viene da ridere….!!!.). La laconica risposta di mia madre fu’:…” pensasse più a studiare e meno alla pesca, e lei pensi a vendere più bachi di sego!!!!....”
In realtà, solo dopo un po’ di tempo sono venuto a sapere che quel giorno, in quel momento stava passando in centro un corteo studentesco, ed erano successi un po’ di tafferugli con tanto di carica della Polizia!!!... Io pensai: “ecco ora mi torna tutto” , povera Marta, chissà come si era preoccupata!!!!, ance perché a scuola me la cavavo, quindi non capivo quella sua affermazione. In realtà non ho mai capito se mia madre fosse contenta o meno di questa mia fortissima passione verso la pesca, ricordo solo che il giorno del mio diciottesimo compleanno entrai in cucina e le mi disse: “se sei arrivato a quest’età senza che ti strozzassi è stato un puro miracolo..!!!!...” E poi, dopo qualche istante, aggiunse:…”comunque auguri!!..” e dicendo questo, tirò fuori dall'armadio quella famosa canna Lerc gialla da tre metri e cinquanta, che stavo guardando quel giorno!!!
Dopo il siparietto, infatti, la Marta era tornata al negozio di pesca per scusarsi con la vecchietta e per comprarmi quella canna. L’aveva poi tenuta nascosta per dieci anni, per darmela quel giorno specifico.

Ho sempre tenuto quella canna come un oracolo, nel frattempo era diventata obsoleta, ma io ci ho preso ugualmente un sacco di pesci!!! … Ho smesso di usarla il 9 Dicembre 1999, giorno della morte di mia madre……..Che personaggio la Marta!!!!

alla prossima....
Gabriele De Camillis

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