mercoledì 24 giugno 2015

RICORDI 2.......



Oramai il fuoco si era acceso, divampava nella mia mente di ragazzetto, alimentato da una benzina miracolosa, nata dalla sintesi tra la passione per la natura e un amore per il fiume che stava nascendo nel mio animo. Ero diventato l’ossessione di tutti i pescatori che frequentavano la “porticciola”, Mi aggiravo tra loro tempestandoli di domande, curiosavo nelle loro cassette che al tempo mi sembravano dei veri e propri vasi di Pandora! Era tutta gente che viveva nel quartiere di Santa Croce, lì, dietro Piazza Mentana. Si trattava di  personaggi  che visti con gli occhi di un adulto dovevano apparire assai pittoreschi. A me sembrava  l’Accademia della Crusca della pesca, ad ascoltare i loro discorsi, mi pareva di assistere a chissà quale rivelazione! Loro si divertivano, un po’ mi prendevano in giro ma un po’ mi avevano preso a benvolere. I loro nomi li ricordo tutt’ora. C’era Dante “l’ascensorista” , chiaramente perché faceva questo di mestiere, anche detto “Dentone” perché in tutta l’arcata superiore ne aveva un dente solo! Abitava in Via Panicale, pescava sempre con due canne,una con mulinello lanciata a fondo e una fissa “a razzolare” come si diceva, in realtà ricordo che pescava in passata con  dei galleggianti simili veramente a tappi da damigiana….!!
Attenzione, “Dentone” non doveva essere confuso con Dante “il muratore”, ovviamente operaio edile, che aveva una particolarità: non pescava mai al piano acqua, sul greto del fiume. Lui pescava sempre solo dalla spalletta dei Lungarni. Questa pratica oramai è scomparsa del tutto, ma al tempo la praticavano dei veri e propri “specialist”; Dante “il muratore” era uno di questi!! Costui si presentava a pesca, con la sua fedele bicicletta sulla quale aveva ordinatamente caricato tutta la sua attrezzatura, la canna legata al telaio con dei  lacci da scarpe e tutto il resto  era stivato in una cesta di plastica fissata al portapacchi. Frequentava  spot particolari, si metteva infatti seduto sulla spalletta e calava la sua lenza rigorosamente adornata da un galleggiante tipo “pera Timpo” bianco e verde, con un bel lombrico come esca, nelle acque subito sottostanti. Pescava “alla Botte” sotto il Lungarno Torrigiani, si appostava al Ponte alle Grazie, ma la particolarità che ricordo stà nel fatto che non ricordo di avergli mai visto prendere un pesce..che personaggi!!!
Già, veri e propri capisaldi della Fiorentinità più popolare, durante i loro racconti, nei loro occhi trasparivano ancora le immagini di quanto avevano vissuto durante l’alluvione del ’66, rivivevano i racconti dei “renaioli” d’Arno, mille episodi, quasi epici, racconti di pesci , esche e pescate d’altri tempi!!!
Altri esponenti  di questa caleidoscopica tribù di personaggi  erano Franco, rappresentante di olio, viveva in Via De’ Rustici, pescatore a canna fissa (aveva la licenza solo per quella, con il libretto rosso) colui che mi svelò la miracolosa ricetta per fare la polenta per pescare le carpe, mi ricordo che pescava anche con la frutta, uva in primis e che prendeva dei gran cavedani al “cancellino” dei canottieri, praticamente sotto gli Uffizi cancello tutt’ora esistente. Ricordo poi Virgilio Misuri, pescatore alla passata a canna fissa, usava quasi sempre il pane come esca, narra la leggenda che facesse l’imbianchino, in realtà le sue frequentazioni erano due; lo sfioratoio del ponte alle Grazie con il suo secchio blu pieno di panne “ammollato”ed in alternativa un’osteria che al tempo era in Via Mosca: penso che nessuno lo abbia mai visto lavorare …….!!!
Comunque credo che il personaggio che più ricordo con maggiore affetto, si chiamava Italo, viveva in Via Vinegia, pescava carpe con “pasterelli” fantasiosi, fatti perfino con fondi di caffè e d’inverno pescava con pallini e budella di pollo….e che gran pesci prendeva!!! Era in pensione, e quando non pescava si aggirava sempre sulle rive del fiume in cerca di chissà che cosa, raccattava di tutto!!!!
Beh, un paio di anni fà feci un giro per quelle sponde, zona “canottieri” ed ecco che da lontano vidi una figura quasi familiare, mi avvicinai e vidi proprio lui, Italo con molti anni sulle spalle, era sempre lì a fare il suo giro di perlustrazione, i nostri sguardi si incrociarono per qualche istante, non ho mai saputo se lui avesse riconosciuto, ma rivederlo dopo tanto mi ha fatto un gran piacere!!!!

Anche questa è Firenze…!!!

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