Per una volta non posto foto, non posto report, non posto tecniche,non inserisco link,cerco di postare ricordi, emozioni di vita, tutte quelle che mi hanno portato a vivere questa splendida avventura chiamata pesca. Probabilmente a pochi interessano questo tipo di racconti, ma sentivo la necessità di scrivere le prossime righe.....
Come sia nata la mia passione per la pesca non lo so, non c’è stato un
elemento scatenante, nessun evento in particolare. E’ nata con me!! In
casa nessuno pescava, quindi proprio non so spiegare quello che mi è nato
dentro!!!! E’ come se lo avessi già fatto in un’altra vita, fin da piccolo sono
sempre stato attratto dall’Arno che scorreva a pochi passi da casa mia. Ogni
occasione era buona per andare a vedere il fiume, ne ero affascinato!!!!
Me ne stavo lì a guardarlo scorrere, guardavo i pesci che a volte
saltavano, stavo lì e mi immaginavo il
suo fondale, la vita delle creature che vi si svolgeva, ne ero realmente rapito!!!
A volte fantasticavo pensando: “…T’immagini
se di colpo sparisse tutta l’acqua? Potrei vedere tutto!!! Tutti i nascondigli,
tutti i suoi segreti svelati di colpo!!!....”, sarebbe bello, ma poi
rivorrei subito tutta l’acqua per
pescare, per interagire con tutti quei segreti
svelati. Dicevo che ho sempre
avuto la pesca dentro, ricordo che alle elementari, mia mamma si preoccupava perché
portavo a scuola ami, piombi e lenze anziché i giocattoli come facevano tutti
gli altri bambini, aveva paura che facessi in qualche modo del male a glia
altri bambini. In verità li portavo per giocarci io, fantasticavo su lenze,
montature, tecniche, insomma tutto quanto mi portasse verso quel mondo sommerso
compreso tra il Ponte alle Grazie ed il Ponte Vecchio. Già perché proprio
questo tratto di fiume era il tetro
delle mie fughe, come dicevo prima, ogni occasione era buona per andare
a dare una sbirciatina al fiume. Il pane da andare a prendere al forno Santoni,
dietro Via del Corso, i bottoni da andare a comprare dal Lucherini in Via Porta
Rossa. Ogni commissione che dovevo fare mi portava, chissà come mai, a fare una
divagazione dal percorso diretta ad assaporare l’odore dell’Arno!!!! Quello
della primavera con la fioritura della piante lungo le sue sponde, quello
dell’estate, con l’odore della “Borraccina”, alga acquatica che, con
l’abbassarsi dei livelli, si seccava al sole, diffondendo un odore che per
tutti forse era sgradevole, ma che per me voleva dire semplicemente emozione!!!
Ovviamente queste mie divagazioni
“acquatiche” mi portavano a ritardare il rientro a casa, così la mia Mamma
doveva smettere di lavorare per venire a riportarmi alla ragione, e chissà come
mai, non mi cercava ne in Via Porta Rossa, ne in Via del Corso, veniva
direttamente in Piazza Mentana, alle “scalette”, altrimenti dette
“Porticciola”. E lì mi trovava rapito da quel “demone” chiamato Arno, a volte
il suo comportamento era pacato e tranquillo, altre volte un po’ meno….!!!!!!
Come per esempio come quella volta che mi venne a riprendere dal
caccia e pesca…. Già, perché un’altra meta della mie divagazioni infantili, era
rappresentata dal negozio di articoli per la pesca, che al tempo (si parla dei
primo anni ’80) era in Via Condotta, dove adesso c’è un negozio di articoli da
regalo ed arte. L’insegna di quel negozio era molto semplice, su sfondo bianco
campeggiava la scritta “INNOCENTI RETI”
in caratteri stampatello, niente di più.
Era gestito da una coppia di vecchietti, marito e moglie,(penso i
coniugi Innocenti) lui sempre vestito con un completo grigio con tanto di
cravatta e lei sempre con abiti coloratissimi, portava degli occhiali,
corredati da lenti più assimilabili a dei fondi di damigiana che di bottiglia
da quanto erano spessi. Ebbene, questa era,come dicevo prima, un’altra metà delle mie peregrinazioni
pomeridiane. Già perché al tempo non mi
era consentito andare a pescare da solo, ero costretto ad aspettare i “comodi”
di mio padre, o meglio che costui fosse in grado di portarmi sul fiume, della
pesca non gliene importava un’emerita mazza, ma alla fine, a fronte delle mie
petulanti pressioni, cedeva!!!
Quel negozio quindi, rappresentava per me un vero e proprio trip!!...
Un viaggio nella tecnica allo stato puro che mi portava al cospetto di
attrezzature per me di livello assoluto!! Oggi quel negozio sarebbe
improponibile nella in un panorama così globalizzato come quello dei nostri
tempi, al massimo poteva essere assimilato a un mercatino vintage. Al tempo non
erano ancora conosciute le tecniche di oggi, non si sentiva parlare minimamente ne di carpfishing, ne di pesca al
Siluro, lo spinning era agli albori (pensiamo che si parla di un negozio nel
centro di Firenze) a malapena si iniziava a sentire parlare di canne in
carbonio!!
Così, per me, vedere esposte le coloratissime canne “fiorentine” (la
marca credo fosse Fusilain) era godimento allo stato puro, si parlava di canne
di sette metri, misura che a me pareva chilometrica…!!!!
C’erano poi le canne per la pesca
alla carpa, le “Lerc” gialle, potenza allo stato puro!!, al massimo si
poteva lanciare quasi 50 grammi!!!....(pensando alle prestazioni degli attrezzi
di oggi, viene da sorridere..!!). ebbene, quei vecchietti mi avevano preso in
simpatia, mi chiamavano “il bimbo”, mi facevano vedere tutto, sbirciavo nei
cassetti compre colorati, pieni di galleggianti delle forma più disparate, ero
affascinato dalle “penne d’istrice”!!!!, così ogni tanto mi regalavano qualcosa,
oggetti che puntualmente finivano nella mia cassettina di attrezzatura che
avevo a casa, pronta a sfidare il mio fiume!!!
Come dicevo, un giorno ero intento ad ammirare una di quelle canne per
la pesca alla carpa che dicevo prima, una Lerc
di tre metri e mezzo, quando mi voltai e vidi una figura familiare, mia
madre!!! Era vestita da casa, con tanto di ciabatte ai piedi (brutto segno
quando usciva in ciabatte..!!!!) che mi guardava!!! Io neanche fiatai a fronte
della sua semplice frase: “fila a casa!!!”
La vecchietta del negozio mi difese dicendo: “signora, meglio la pesca
che le brutte cose che ci sono al mondo di oggi..!!!..” (ripeto si parla dei
primi anni’80…se pensiamo al mondo di oggi ci viene da ridere….!!!.). La
laconica risposta di mia madre fu’:…” pensasse più a studiare e meno alla
pesca, e lei pensi a vendere più bachi di sego!!!!....”
In realtà, solo dopo un po’ di tempo sono venuto a sapere che quel
giorno, in quel momento stava passando in centro un corteo studentesco, ed
erano successi un po’ di tafferugli con tanto di carica della Polizia!!!... Io
pensai: “ecco ora mi torna tutto” , povera Marta, chissà come si era
preoccupata!!!!, ance perché a scuola me la cavavo, quindi non capivo quella
sua affermazione. In realtà non ho mai capito se mia madre fosse contenta o
meno di questa mia fortissima passione verso la pesca, ricordo solo che il
giorno del mio diciottesimo compleanno entrai in cucina e le mi disse: “se sei
arrivato a quest’età senza che ti strozzassi è stato un puro miracolo..!!!!...”
E poi, dopo qualche istante, aggiunse:…”comunque auguri!!..” e dicendo questo,
tirò fuori dall'armadio quella famosa canna Lerc gialla da tre metri e
cinquanta, che stavo guardando quel giorno!!!
Dopo il siparietto, infatti, la Marta era tornata al negozio di pesca
per scusarsi con la vecchietta e per comprarmi quella canna. L’aveva poi tenuta
nascosta per dieci anni, per darmela quel giorno specifico.
Ho sempre tenuto quella canna come un oracolo, nel frattempo era
diventata obsoleta, ma io ci ho preso ugualmente un sacco di pesci!!! … Ho
smesso di usarla il 9 Dicembre 1999, giorno della morte di mia madre……..Che
personaggio la Marta!!!!
alla prossima....
Gabriele De Camillis